El Moungar!

Lo scenario del mese di aprile… la battaglia di El Moungar, del socio Riccardo! Vive la Legion!

EL MOUNGAR, A NORD DI TAGHIT

All’inizio del ventesimo secolo nell’Africa settentrionale francese è in corso una campagna militare nella regione a sud di Orano contro i ribelli marocchini.

I Francesi, dopo il successo ottenuto respingendo l’assedio dei Marocchini al forte di Taghit, hanno organizzato tutta una serie di convogli di rifornimento che dalla base di el-Morra raggiungono proprio Taghit per consolidarne la posizione.

Il convoglio odierno, sotto il comando del capitano Vauchez è partito (in ritardo) alle 4 di notte circa per evitare le ore più calde della giornata e adesso alle 9 si fa la pausa per il rancio, un’ora di sosta e poi si riparte, prossima sosta alle 12 ai pozzi di Zafrani (dove si sarebbe dovuti arrivare alle 10) con riposo fino alle 18 poi si riparte e l’arrivo a Taghit previsto per le 23.

Taghit è a circa 30 km verso sud, ancora poche ore di marcia e si è arrivati, quando all’improvviso la tranquilla mattinata viene scossa dallo sparo di un jezzail, il capitano Vauchez si accascia esanime al suolo colpito alla testa e la piccola valle si trasforma in un inferno di fuochi incrociati sulla colonna e sui legionari!

Hassan Ayn, il migliore tiratore del Marocco, sorride soddisfatto: un altro infedele eliminato dal suo fucile, Allah è grande e guida la mano e l’occhio di Hassan!

La situazione è subito chiara. I Marocchini hanno organizzato un’imboscata alla colonna di rifornimenti circondandola da quasi tutti i lati: tre gruppi sul lato destro della colonna sotto il comando di Hassan Ayn, che ha sparato e colpito il capitano francese, gli altri divisi in due comandi da tre gruppi agli ordini dell’emiro Abu Aman e del suo vice Hamad Amallah.

La reazione istintiva dei Francesi è di trovare un luogo più sicuro dove organizzare la difesa, nel disordine generale gli animali da soma ed i loro conduttori sono lasciati al loro destino, mentre il sergente Dolz si preoccupa di recuperare il corpo del capitano Vauchez affinchè non cada in mano dei guerrieri marocchini che lo farebbero a pezzi.

I guerrieri si lanciano all’attacco ma buona parte di loro viene attirata dal desiderio di fare bottino e così si accanisce sui trasporti, eliminando i conduttori e impadronendosi degli animali da trasporto e del loro prezioso carico di vettovaglie e munizioni.

Il resto delle forze irregolari stringe la sua morsa sulle squadre legionarie con cui ingaggia un fitto conflitto a fuoco.

Il Sergente maggiore Tisserand si rende conto che l’unica salvezza per la colonna è resistere fino all’arrivo degli aiuti e quindi manda le due coppie di spahi disponibili a cercare soccorso verso Taghit mentre guida la sua squadra sulla cima di una vicina elevazione.

Il preciso fuoco dei Marocchini riesce ad eliminare una coppia di spahi, ma l’altra riesce a passare indenne approfittando del tempo necessario ai musulmani per ricaricare i loro moschetti ad avancarica, la speranza che giungano i rinforzi ora rincuora il sergente maggiore Tisserand.

Intanto la seconda squadra di legionari è rimasta pericolosamente indietro, nel mezzo del vallone con i marocchini che cercano di stringerla da ogni parte. I Francesi riescono a respingere un primo assalto con una scarica di fucileria a “salva” e una squadra di marocchini che li sta per attaccare alle spalle viene respinta dal sostenuto tiro dei fucili dei legionari della prima squadra, ora saldamente posizionati sulla cima della collinetta più alta da dove bersagliano i gruppi di Marocchini avanzanti.

La ritirata della seconda squadra continua in mezzo alle dune e così ora è la squadra di Tisserand che si trova in grande difficoltà, perchè i Marocchini non hanno altri obiettivi e stringono le distanze cercando di superare l’abilità del tiro dei Francesi con la loro quantità e lentamente, ma inevitabilmente, le perdite francesi aumentano e la squadra non riesce più a fare fronte alla pressione nemica.

I legionari cercano di allontanarsi dal campo di battaglia, esponendosi ad un certo inseguimento dei nativi in campo più aperto, ma mentre sembra che tutto sia perduto, l’attacco marocchino rallenta di intensità e gli Arabi iniziano a ritirarsi.

Gli spahi sono riusciti a raggiungere il forte di Taghit e da lì una colonna mobile francese sta venendo in aiuto alla massima velocità per soccorrere i commilitoni in pericolo; i cavalieri berberi in perlustrazione avvisano immediatamente l’emiro che decide di sospendere l’attacco.

Per i Marocchini è inutile rischiare uno scontro con altre forze regolari organizzate, pertanto si accontentano dei danni inflitti ai Francesi, delle provviste e munizioni razziate e si ritirano nel deserto da cui sono arrivati.

Un giorno memorabile per la Legione, un altro Camerone… quasi.

In effetti a parte riuscire a salvare il corpo del capitano Vauchez, non è che le cose siano andate molto bene: la perdita del carico e delle bestie da soma (conduttori compresi) era presumibile, ma per il resto i Marocchini non hanno ricevuto perdite corrispondenti al valore di quelle subite dai Francesi.

La giornata è da considerarsi una sostanziale vittoria marocchina, tra i musulmani il migliore è stato senz’altro Hassan Ayn, il solo che abbia tentato di impedire ai legionari l’accesso alle colline e comunque anche quello che ha inflitto il maggior numero di perdite ai Francesi e catturato il maggior carico di vettovaglie.

INFORMAZIONI SULLO SCENARIO:

Pezzi in 15 mm. della IRREGULAR MINIATURES

Regolamento TRIUMPH & TRAGEDY di B. Reichel e C. Steimel con alcune house rules

Scenario giocato nella sede del MILES GLORIOSUS il 17/03/2023

ELENCO DELLE TRUPPE IN CAMPO:

FORZE REGOLARI

• 1er Legion Etrangere – 10 uomini – Elite – Rifles

• 2eme Legion Etrangere – 10 uomini – Elite – Rifles

• 1er Spahis – 2 uomini – Veteran – Scout – Carbines

• 2eme Spahis – 2 uomini – Veteran – Scout – Carbines

• 1er Pack animals – 4 uomini – Raw – Carbines

• 2eme Pack animals – 4 uomini – Raw – Carbines

• Capitaine Vauchez (capitano comandante la missione)

• Sergent-major Tisserand

• Sergent Dolz

FORZE IRREGOLARI

• 1st Berber Infantry – 10 uomini – Trained – Jezzails

• 2nd Berber Infantry – 10 uomini – Trained – Jezzails

• 3rd Berber Infantry – 10 uomini – Raw – Muskets

• 4th Berber Infantry – 10 uomini – Raw – Muskets

• 5th Berber Infantry – 10 uomini – Raw – Muskets

• 6th Berber Infantry – 10 uomini – Raw – Muskets

• 1st Berber Warriors – 10 uomini – Raw – Swords

• 2nd Berber Warriors – 10 uomini – Raw – Swords

• 3rd Berber Warriors – 10 uomini – Raw – Swords

• Emir Bou Aman – capo dei nativi – Jezzail

• Hamad Amallah – suo vice – Jezzail

• Hassan Ayn – tiratore scelto – Jezzail

TEMPI DI PERCORRENZA E DELLE ATTIVITÀ FUORI DAL TAVOLO DI GIOCO:

• El Moungar – Taghit = 2 ore al galoppo (spahi in fuga)

• Preparazione della colonna di rinforzo a Taghit = 1 ora e mezza

• Taghit – El Moungar = 3 ore al canter o piccolo galoppo (velocità colonna)

• Ritirata marocchina = 1 ora prima dell’arrivo dei rinforzi

• Inizio attacco 09,45 – fine attacco 16,30 – arrivo rinforzi 17,30

Fresnoy, Vimy ridge 1917

Ecco a voi lo scenario più votato a marzo, Fresnoy 1917, del socio Leonardo!

In seguito alla battaglia di Arras e alla conquista del saliente di Vimy, elementi della 1^ Brigata Canadese e della 95^ inglese hanno occupato il villaggio di Fresnoy-en-Gohelle, che è inserito tra un bosco e un grande parco. Dal 3 maggio gli Alleati hanno consolidato in via speditiva le posizioni e raccordato la posizione inglese a quella canadese; inoltre la turnazione ha consentito di costituire una piccola riserva di settore. Le pattuglie notturne hanno individuato forti scaglioni della 5^ Divisione tedesca, che si stanno attestando in ricoveri e posizioni di fortuna proprio a ridosso del villaggio e del suo dispositivo difensivo.

Alle 3.45 si scatena il bombardamento tedesco. Sotto il fuoco e una pioggia tambureggiante scattano le Stosstruppen della 5^ Divisione bavarese e qui ha inizio il nostro scenario.

Gli Alleati coprono tutto il fronte, appoggiandosi in parte a posizioni difensive naturali (i crateri provocati dai bombardamenti di artiglieria) e in parte alle trincee strappate ai Tedeschi e frettolosamente riparate.

– ala destra: sulla porzione di trincee riattate velocemente si schiera il 2° battaglione delle King’s Own Scottish Borderers, composto da 2 compagnie di fanteria e 2 plotoni di HMG (Daniele)

– centro-destra: 1° battaglione East Surrey, composto da 4 compagnie di fanteria, 1 plotone di HMG e 1 plotone mortai medi. (Daniele)

– centro-sinistra: 12° battaglione Glouchester, composto da 4 compagnie di fanteria, 1 compagnia di Raiders, 2 plotoni di HMG, 2 plotoni mortai leggeri. (Marco C)

– ala sinistra: 19° battaglione canadese, composto da 4 compagnie di fanteria, 1 plotone di HMG e 1 plotone mortai medi; in supporto una batteria di cannoni da 18pdr. (Giuseppe)

– Riserva: 10° battaglione canadese, composto da 2 compagnie di fanteria, 1 compagnia di Raiders, 1 plotone di HMG e 1 plotone mortai medi.

Gli Alleati devono tenere il fronte, visto che il crinale di Vimy offre un ottimo punto di osservazione ai puntatori dell’artiglieria, che possono dirigere bene i tiri contro le posizioni tedesche nella piana sottostante.

Le truppe tedesche appartengono alla 5^ divisione bavarese e sono così schierate:

– ala destra: 3° battaglione, 21° reggimento fanteria bavarese, composto da 3 compagnie di fanteria, 1 compagnia di pionieri, 1 plotone di HMG e 1 plotone di mortai medi. (Mauro S)

– centro destra: 1° e 2° battaglione, 21° reggimento fanteria bavarese, per un totale di 7 compagnie di fanteria, 1 compagnia di pionieri, 1 sezione di cannoni da 76mm, 1 plotone di HMG e 1 plotone di mortai medi. (Maurizio)

– centro-sinistra: 1° battaglione, 7° reggimento fanteria bavarese, composto da 4 compagnie di fanteria, 1 plotone di HMG e 1 plotone di mortai medi. (Diego)

– ala sinistra: 2° battaglione, 7° reggimento fanteria bavarese, composto da 4 compagnie di fanteria, 1 plotone di HMG e 1 plotone di mortai medi. (Mauro F)

La riserva della divisione è composta da 6 compagnie di Stosstruppen.

Il piano tedesco prevede di non attaccare sulla sinistra, dove ci sono le trincee con gli Scozzesi, ma di puntare al centro e soprattutto a destra contro i Canadesi, dove si conta di sfondare per prendere poi d’infilata l’intero schieramento alleato.

Ala sinistra tedesca: nonostante l’ordine di non avvicinarsi alle trincee nemiche, alcuni reparti si fanno troppo sotto e vengono letteralmente falcidiati dal micidiale fuoco delle HMG scozzesi. Ripresisi dalla batosta iniziale, i Bavaresi del 2°/7° guardano di lontano, ma con “cagnesco muso” gli Scozzesi, mentre il 1°/7° battaglione bavarese, avvicendando in prima linea sempre reparti freschi (tattica dello scavalcamento), porta l’attacco contro gli Inglesi dell’East Surrey, che subiscono molte perdite; solo una compagnia sopravvive, asseraggliandosi nel villaggio di Fresnoy, e a nulla vale un contrattacco scozzese, che viene fermato dai Bavaresi del 2°/7° battaglione. Infine l’arrivo di due compagnie di Stosstruppen spezza la resistenza inglese in questo settore, nonostante le forti perdite subite, tanto che una compagnia è eliminata dalla rabbiosa reazione inglese (unica compagnia bavarese persa in questo settore).

Centro tedesco: il 1° e il 2° battaglione del 21° rgt bavarese ingaggiano un lungo duello alla distanza col 12° battaglione Glouchester; entrambi i contendenti subiscono perdite di interi reparti, fino all’arrivo di 4 compagnie di Stosstruppen che attaccano a fondo gli stanchi Inglesi e quasi li annientano. Il fronte inglese viene parzialmente ristabilito dall’intervento della riserva, il 10° battaglione canadese, che cerca di tenere l’interro settore centrale, ma le truppe sono scarse per adempiere il compito assegnato.

Ala destra tedesca: anche il 3°/21° bavarese si ferma a distanza di tiro dai Canadesi del 10° battaglione e anche da questa parte entrambe gli schieramenti perdono intere compagnie, ma i Bavaresi, ricevuti in rinforzo 2 compagnie di Stosstruppen, raggiungono la superiorità numerica e annientano quasi interamente l’ala sinistra alleata. In questo settore la sezione di cannoni da 18pdr ha fatto pochissimi danni, pare che l’osservatore d’artiglieria fosse un pò alticcio 🙂

Con il 50% delle perdite alleate, contro il 30% delle perdite bavaresi e con l’ala destra pronta ad avvolgere il centro alleato, la vittoria va alla Reichsarmee.

Alla fine della simulazione abbiamo constatato il carattere moderno della guerra delle fanteria nel 1917/18. Si usavano tattiche di fuoco e di movimento, attacchi a sbalzo e tecniche di infiltrazione che sostituivano la precedente avanzata a ondate. Prevaleva anche l’uso di una molteplicità di fonti di fuoco di supporto pesante (lanciagranate, mortai di vari calibri, mitragliatrici leggere, ecc.) che, unita alla tattica di infiltrazione, consentiva di superare i nodi del sistema difensivo fino ad allora prevalente. Il regolamento che abbiamo provato, ancora in evoluzione, è di Chris Leach autore dell’ottimo Battle for Empire.

1942, Deserto occidentale

Il miglior scenario originale per il mese di gennaio è…..1942 Deserto Occidentale, pista per Siwa, del socio Leonardo! Hanno giocato usando il regolamento FUBAR e pezzi in 20mm.

Tre pattuglie composte da LRDG e SAS partono all’attacco di un deposito italiano sulla pista per Siwa: il Deposito 77 Intendenza A.S., Corpo d’armata di manovra, 3° Comando di tappa.

Una “attenta” ricognizione ha scoperto che oltre al presidio del deposito, una pattuglia di mezzi italiani (truppe veterane) lascia la base per ispezionare i dintorni: le truppe del Commonwealth approfittano della sua assenza per attaccare da tre diverse direzioni. La base è difesa da diverse postazioni trincerate con pezzi da 47/32, 20mm AA e mitragliatrici. Stesse armi sulle torri del fortino e diverse caserme sono stipate di truppe. Fanno bella mostra e incutono anche un pò di timore dei vecchi carri M11/39.

La sezione A, truppe neozelandesi d’elite, è composta da 2 jeep e 3 CWT 15, per un totale di 13 uomini: attacca da ovest, proprio vicino ai depositi di carburante.

La sezione B, truppe australiane veterane, è composta da 3 jeep e 3 CWT 15, per un totale di 15 uomini: attacca da est, nei pressi dell’oasi e nelle vicinanze di un agglomerato di tende, che conservano armi e viveri.

La sezione C, truppe inglesi addestrate, è composta da 2 jeep, 1 camion con 20mm AA, 1 camion con cannone da 2 libbre AT e 2 camion con LMG e team d’assalto per un totale di 22 uomini: attacca da nord, partendo da dietro una collina … schieramento alla Wellington 😀

Ogni jeep e CWT è armata di varie mitragliatrici Lewis o HMG e cannoni da 20mm o Solothurn.

I Neozelandesi, un pò ebbri di alcool e un pò perchè truppe di elite, arrivano subito nei pressi del deposito carburante e cominciano la loro opera di distruzione. Dal fortino partono i primi colpi della difesa che mettono fuori uso un CWT 15 e il suo guidatore, le uniche perdite subite dai Neozelandesi durante tutta la partita. Da una vicina caserma una decina di soldati Italiani tentano di rallentare l’azione nemica, ma vengono eliminati in pochi turni. Un carro L3 uscito dal fortino per rinforzare i soldati della caserma viene distrutto dal preciso fuoco di un Solothurn.

Gli Australiani, approfittando della copertura della vegetazione dell’oasi attaccano ed eliminano i difensori di una postazione italiana, ma il preciso fuoco dei difensori del fortino fa saltare un CWT; due uomini dell’equipaggio, tal John L. e Paul M. riescono a mettersi in salvo … sentiremo ancora parlare di loro?

😀

Un gran polverone si alza da Nord: la pattuglia italiana di veterani (2 autoblindo Lancia 12, 2 Sahariane con 20mmAA e con 47/32 AT e 2 camion con truppe a bordo) rientra di gran carriera alla base e minaccia la sinistra degli Australiani. Dopo aver perso anche una jeep, gli Australiani cercano di mettere più distanza possibile dai mezzi italiani, ma un’altra jeep rimane immobilizzata. Le restanti forze si portano a ridosso della recinzione del deposito italiano, ne fanno saltare un tratto e si danno alla distruzione di un magazzino nemico.

Rimasti a piedi, i due coraggiosi John L. e Paul M. (si saranno scolati un’altra bottiglia di whisky inglese) assaltano con le bombe a mano un’isolata autoblinda Lancia 1Z italiana, mettendola fuori uso!

Gli Inglesi, partiti da dietro la collina, trovano un terreno di sabbia molto cedevole, che li tiene bloccati per diversi turni (dadi d’attivazione sfortunati), finchè un camion con un team di soldati riesce ad aggirare la collina, sbarcare gli uomini e cominciare a tempestare di fuoco la vicina postazione italiana che viene elimninata. Anche un camion col Solothurn riesce ad avanzare e trovandosi di fronte tre M11/40, comincia a bersagliarli, ma la mira è scarsa; per fortuna degli Inglesi i carri italiani devono essere fuori uso, perchè non rispondono al fuoco. Anche gli altri mezzi riescono a superare la china della collina e a battere con tutte le armi una postazione da 20mmAA, i depositi di armi e viveri e l’autofficina dei carri.

Giunge il tramonto e le forze del Commonwealth riescono a ritirarsi, portando via anche alcuni mezzi danneggiati. I Neozelandesi hanno centrato in pieno il loro obiettivo e al rientro alla base, Australiani e Inglesi litigheranno per chi ha raggiunto più obiettivi dell’altro.

E che fine hanno fatto John L. e Paul M. ? Qualcuno li ha visti sdraiati vicino ad una palma, non si capisce se sono crollati per i colpi del fuoco nemico o per la sbronza … We all live in a yellow submarine, yellow submarine, yellow submarine…

La gloria dei bashi-bazouk

Ecco a voi la scenario più votato sulla nostra pagina Facebook nel mese di dicembre: uno scontro coloniale che vede contrapposti i mahdisti a truppe regolari egiziane. E’ stato giocato con il regolamento Battles for Empire e organizzato dal socio Maurizio.

Il capitano Frank Hulm (pare sia stato al servizio dell’esercito britannico dove però pare fosse un semplice sergente) con il suo infido attendente Zack Hardy (un pendaglio da forca dai mille nomi e forse agente russo a tempo perso) hanno corrotto a tal punto le autorità egiziane del Cairo da ottenere un comando di tutto riposo nel lontano Sudan. Appena arrivati hanno però scoperto di esser stati imbrogliati e che larghe rivolte si stanno sviluppando al seguito di un carismatico capotribù pare soprannominato “il Mahdi”. Dal Cairo lo sgradito ordine di disperdere le poche sparse forze ribelli che si vanno radunando nella regione di loro competenza.

Fiduciosi, in non si sa bene cosa, e certi, non si sa bene perché, di svolgere un compito facile, hanno “raccattato” tutte le forze militari a loro disposizione e marciato contro le torme disorganizzate, scarse e male armate degli insorti. Tutte queste “precise” informazioni raccolte dal fido Zack Hardy davano speranze di un’azione rapida, incisiva e vittoriosa con poco sforzo. Speranze vane, rapidamente evaporate quando il piccolo drappello egiziano di Hulm e Hardy arrivato in prossimità degli accampamenti mahdisti ha scoperto masse consistenti di fanatici ben decisi a ridurli a pezzettini d’infima grandezza. Pare per volere di Allah il Misericordioso.

Lo scenario

La piccola e raffazzonata forza egiziana di Hulm e Hardy in corsa disperata per salvare la cotenna deve raggiungere due piccoli conglomerati di case che sono l’unica posizione in grado di permettere una qualche difesa contro le masse male armate ma estremamente consistenti dei mahdisti. Questi ultimi hanno un solo obiettivo: conquistare tutti gli abitati (perché il saccheggio di luoghi infedeli pare essere benedetto da un’apposita sura del Corano) e quindi abbastanza ovviamente realizzare in subordine il disegno di cui sopra relativo ai “pezzettini d’infima grandezza”.

Le forze egiziane formalmente al comando del terrorizzato Hulm sono composte da 4 compagnie (compagnie di nome, ma di fatto sono davvero esigue) di fanteria egiziana, due squadroncini sparuti di cavalleria di cui uno montato su cammelli (di questi prende il comando benchè montato su un mulo l’inaffidabile Hardy), tre gruppetti (chiamiamoli compagnie) di bashi-bazouk (ciurmaglia inaffidabile, indisciplinata, riottosa, malfamata, di dubbia origine, nel migliore dei casi inutile e buona solo per il saccheggio), ed infine due preziosissimi cannoncini leggeri. Nell’abitato attendono tutte le altre forze egiziane lasciate a presidio ovvero due compagnie egiziane con una mitragliatrice (probabilmente lasciata indietro perché oggetto poco noto e di cui non si conosce bene l’uso e la funzione). Le forze mahdiste sono una ventina di “masse” indisciplinate, armate quasi tutte solo di armi bianche ma fanatiche e numerose. Un paio folleggiano rutilanti su cavalli di non gran razza. Come però Hulm e Hardy scopriranno in seguito almeno altre dieci turme di simil genere stanno sopraggiungendo da varie direzioni. E sì! Nel nome di Allah questi mahdisti fanno miracoli di proselitismo. E se mancano i fucili … li prenderanno agli egiziani … morti.

Lo scontro

L’inizio è traumatico. Gli egiziani entrano in campo in fuga e i mahdisti sono a un passo dietro di loro. Hulm e Hardy si vedono già perduti. Carta disperata: ordinano ai pessimi bashi-bazouk di schierarsi e far fronte alle sopraggiungenti masse mahdiste in “ordinata linea di fuoco” bloccando nei limiti del possibile l’intera linea d’avanzata nemica. Promettono che fatti pochi passi anche le altre forze egiziane si porranno a difesa e permetteranno loro di ritirarsi in ordine, in realtà già pensano a come stiano per risparmiare un bel po’ di paghe e … si danno alla fuga disperata con le altre forze. Nessuno si aspetta che i bashi-bazouk possano resistere più di un istante. Ma anche un istante può essere prezioso per chi cerca di salvare la pelle pur senza molte speranze.

E così i mahdisti si infrangono sulla sottilissima linea bashi-bazouk. Che li ferma! E ancora li ferma! Incredibile! Colpo su colpo fermano la massa enorme dei mahdisti! Incredibileee! È gol signori sotto la traversa gol da antologia! … ops mi sono fatto trascinare. Volevo dire che è un miracolo! Tutta la linea mahdista si blocca su tre piccole sudicie semi-compagnie.

Intanto le altre formazioni egiziane scappano il più rapide possibile. Cavalieri e cammellieri sulla sinistra in colonna guidati, anzi inseguiti a dorso di mulo da Hardy (ma l’organizzatore un ufficiale su un cavallo più bello non ce lo aveva?). Hulm ha messo in linea le quattro compagnie di fanteria e scappa sulla destra. I cannoni indipendenti dagli altri puntano dritti sull’abitato guidati da sergenti ben addestrati e consapevoli. I mahdisti si infrangono ancora sull’inatteso tappo costituito dalle tre compagnie bashi-bazouk. Che resistonooooooooooooo! Respingono addirittura un assalto. Una fortuna inaudita, una capacità inaudita (con i dadi).

“Si perdono le battaglie per certe cose” bofonchia contrito il comandante mahdista Kolom-Bel. La sua cavalleria tenta un aggiramento dal lato dei montati egiziani, ma questi fuggono davvero veloci mentre i mahdisti si perdono in una strana manovra serpeggiante che comunque impensierisce la linea in fuga delle fanterie. Maggior fortuna un paio di formazioni di fanteria sull’estrema destra che sbucano d’improvviso dalle alture e con uno scatto di corsa colgono alle spalle la compagnia egiziana all’estremità della linea. E se la mangiano! Volevo dire che li fanno nei famosi “pezzettini” e si dividono poi i fucili e le spoglie perdendo forse troppo tempo.

Hulm vede la cavalleria ormai in fuga, i cannoni lontani verso l’abitato ma non utili ancora alla difesa, e la sua linea di fanteria aggirata sui due fianchi. Decide di far girare due compagnie a formare difesa e cercare di fermare la duplice minaccia.

E con la terza … scappa verso l’abitato!

A questo punto abbiamo gli egiziani su cammelli che trafelati giungono sulla parte a sinistra dell’abitato, difesa da una zeriba (vanto di Hulm che l’ha personalmente preparata) e che in parte l’abbattono per rifugiarsi (leggasi nascondersi) in una delle abitazioni. L’altro squadrone a cavallo meno frettolosamente si rifugerà in un’abitazione della parte a destra dell’abitato. L’artiglieria con calma si posizionerà tra i due abitati dove con successo potrà battere tutta la piana.

Adesso l’apice dell’azione. Le fanterie egiziane sono incredibilmente ancora su due linee di difesa. Pochi inattesi superstiti bashi-bazouk, ancora in una eroica prima linea. Dietro due compagnie egiziane schierate solitarie in mezzo alla piana fanno una tremebonda seconda linea. Una compagnia egiziana con Hulm in fuga ormai quasi all’abitato dove già si sono nascoste le cavallerie e Hardy. Artiglieria pronta al fuoco insieme alle due compagnie del presidio ed alla mitragliatrice che ormai hanno qualche mahdista sulla linea di fuoco.

I mahdisti con le cavallerie aggiranti a sinistra e con poche fanterie aggiranti a destra si gettano sulle due compagnie egiziane che abbiamo detto formare una seconda linea. Dall’abitato chi può partecipa al fuoco. L’artiglieria si fa sentire. Anche la mitragliatrice (devono aver capito come funziona). La cavalleria sparisce sconvolta dal fuoco. La fanteria mahdista sull’altro lato scappa. E i bashi-bazouk della prima linea? Gloriosamente fino all’ultimo uomo hanno resistito. Dopo l’ultimo … erano finiti … e solo allora il comandante mahdista, che nello scontro ha pure riportato una scalfittura, inviperito a dir poco, finalmente porta avanti la massa dei suoi. Le due compagnie egiziane ora sono la prima linea ma hanno l’appoggio al fuoco dall’abitato e soprattutto dalle splendidamente condotte artiglierie. Altre masse mahdiste sono sconvolte dal fuoco. Le perdite accumulate sono molte, troppe, quasi oltre il limite consentito (che l’arbitro ha fissato in dieci unità).

Arrivano i rinforzi. Da ogni lato, come resuscitassero (anche perché l’arbitro utilizza le unità mahdiste eliminate) altre masse si riversano sugli egiziani. Alcune unità investono d’improvviso la zeriba e l’unità che la difende.

Non sembra però che Allah protegga davvero molto questi suoi fedeli (forse non sono stati abbastanza fedeli?). L’assalto alla zeriba è sorprendentemente respinto con alte perdite. Le due compagnie egiziane nella piana resistono. Hulm ora ha nell’abitato abbastanza truppe per resistere agli attacchi.

La conclusione

Il comandante mahdista Kolom-Bel “lo Sfortunato” si ritira. Non ha più speranze. Ha perso su tutta la linea.

Il ricordo dell’eroismo degli erroneamente vituperati bashi-bazouk avvelenerà le sue ultime ore prima che il carnefice, inviato dal Mahdi in persona, prenderà la sua testa colpevole di aver mancato il compito. Speriamo che il suo successore sappia tirare meglio il dado (del destino).

La battaglia di Wiesenthal, luglio 1866

Siamo lieti di presentari lo scenario vincitore del premio per il miglior “SCenario del Mese Originale” per ottobre!

Una simulazione rielaborata e resa più equilibrata della battaglia di Dermbach del 4 luglio 1866 modificata con la partecipazione di truppe dell’8° Corpo Federale.

Arbitro Maurizio, regolamento Balance of Power.

Durata predefinita: 12 turni.

Pregevole mappa militare della zona, fatta a mano…

Un forte contingente bavarese proveniente da Rossdorf, aggirando la zona montuosa tenta di riunirsi nella zona di Glattsbach e Wiesenthal con un distaccamento dell’VIII Corpo Federale (Austriaci e Württemberg). I prussiani a loro volta sperano di batterli separatamente.

Il contingente bavarese (Angelo in arte Lgt. Col. Stephan) è formato inizialmente dall’intera 1^ divisione (con 2 brigate per un totale di 6 battaglioni di linea, 2 di jager, 1 reggimento di cavalleria leggera e 2 batterie. La 2^ divisione segue, ma solo una brigata (3 battaglioni di linea ed 1 di jager) arriverà in tempo sul campo di battaglia.

Lato di entrata dei bavaresi

Il contingente federale (Fabrizio in arte Lt Field Marshal Neipperg) è formato da un contingente austriaco (35° battaglione Jager, 3 battaglioni del 16° reggimento di linea ed 1 batteria) e dall’intero contingente di Württemberg (7 battaglioni di cui uno jager e 1 batteria). Si aggiunge il reggimento di cavalleria del Baden.

Ingresso dei federali

I prussiani tentano di evitare l’incontro e di battere separatamente i due contingenti. Possono disporre della 13^ Divisione (Marco in arte Lt. Gen. Von Goeben) conta su 3 Brigate, Von Kummer, Von Wrangel, e Von Treschow per un totale di 18 battaglioni di fanteria, l’8° Ussari, il 4° reggimento corazzieri e 5 batterie di vario genere. Il loro contingente raggiunge rapidamente Glattsbach.

Lato di ingresso dei prussiani

Più rapido è però il dispiegarsi dei bavaresi e dei federali, la cavalleria federale ha raggiunto Niedhartsharsen e l’avanguardia bavarese è a Wiesenthal. Il comando prussiano deve in fretta decidere a quale lato dedicare le sue prime attenzioni. La 25^ brigata von Kummer è lanciata contro i Federali mentre la 26^ brigata si oppone in maniera cauta ai Bavaresi.

Inizia l’attacco prussiano

La Brigata combinata di Von Treshow affluisce da Dermbach senza però dare idea di quale dei due fronti voglia supportare. Non è tattica, è che Marco, il comandante prussiano, non sa che pesci pigliare.

I Bavaresi dispiegano le due brigate della 1^ divisione nei dintorni di Wiesenthal. I prussiani si dispongono al di là del fiume ed iniziano un fiacco bombardamento da lontano.

I Federali dispiegano il contingente Württemberg su Niedhartshasen e incitano il contingente austriaco a portarsi avanti celermente. I Prussiani decidono di anticipare l’avversario, attaccando a fondo, ma temendo di non avere tempo a sufficienza (l’arbitro ha malvagiamente limitato lo scenario a 12 turni) si sentono costretti a schierare l’artiglieria alla distanza. Avanzano quindi, ma non troppo celermente, con i 6 battaglioni della 25^ Brigata seguiti dalla cavalleria. Alla fine, visti gli scarsi risultati del tiro da lontano delle artiglierie, le fanterie avanzano baldanzosamente (si fa per dire) si portano alla distanza ottimale per i loro fucili ingaggiando il nemico ancora abbondantemente in crisi di movimento. Un assalto su Niedhartshasen è respinto. Il fuoco prussiano più efficace di quello Württemberg fa perdite ma non sfonda. Poi entrano in linea anche le artiglierie federali. Il massacro a questo punto è generalizzato.

Dalla parte di Wiesenthal la 26^ brigata di Von Wranger parte anch’essa all’assalto della linea bavarese. Si sparacchia, ci si avvicina, ma pare che nessuno si voglia davvero impegnare. Il comando prussiano è in ambasce. Una decisione va presa. Verso sud contro i Federali lo sforzo deve essere alimentato da altre forze per essere risolutivo. Contro i bavaresi la situazione è più critica. Questi ultimi potrebbero passare loro all’attacco avendo già una certa superiorità cui si aggiunge anche una terza brigata (Schumacher della 2° divisione (Lg. Gen. Von Feder), il resto della divisione non arriverà mai). Nel dubbio su dove impiegare la brigata di riserva, al momento ferma sulla strada tra Glattsbach e Dermbach i Prussiani decidono di utilizzarla nella sua interezza contro i Bavaresi. 12 battaglioni di fanteria e 2 batterie di cannoni vecchio tipo ma rigati avanzano in maniera energica contro i Bavaresi. Gli jaeger bavaresi appostati all’estrema destra dello schieramento sono assaliti da 2.000 Prussiani e respinti con perdite. Tutto lo schieramento bavarese prende a ritirarsi con ordine ma inequivocabilmente.

Nel frattempo, intorno a Niedhartshasen la lotta si fa accesa. I Württemberg resistono, gli Austriaci in parte sono in linea, tengono ad esempio l’abitato, in parte restano in appoggio e riserva. Le artiglierie prussiane vengono spostate in avanti verso la prima linea, ma è un movimento lento. Poi c’è un attimo di sbandamento nelle file federali, una batteria tenta di sganciarsi. E’ un attimo ed il comando prussiano cede alle insistenza del comando delle cavallerie e li lancia contro il punto in bilico. Ci saranno quadri di 80 metri di lunghezza a Berlino per celebrare questa carica del 4° corazzieri, che nonostante le perdite disperde il nemico. Tutto intorno un fuoco infernale consuma i battaglioni di ambo gli schieramenti. Ora occorre fare entrare le riserve prussiane e scardinare definitivamente la linea nemica. Ma quali riserve? Non ci sono! I Prussiani conquistano Niedhartshasen aprono vuoti nel nemico, ma è palese che non hanno la forza per stanare i Federali che si appoggiano agli abitati di Zella e Empferhausen..

Culmine dell’attacco prussiano

E i Bavaresi? Continuano a ritirarsi, I Prussiani li inseguono senza tregua. Molti battaglioni bavaresi scompaiono, benché non senza aver chiesto un buon contributo anche ai Prussiani. Ma la forza bavarese, persa Wiesenthal con l’ala destra sempre più minacciata di accerchiamento è ridotta alla metà degli effettivi iniziali. In pratica solo la terza brigata e la cavalleria possono ormai tentare di fare da argine. Si ritirano ancora verso la ripida collina del Nebelberg.

Sul fronte federale tra i pochissimi superstiti battaglioni Württemberg ed Austriaci regna il caos. Eppure, è qui che assisteremo ancora a momenti gloriosi. Ancora una carica vittoriosa della cavalleria prussiana e poi un’altra sfortunata dei loro ussari. Poi fuoco infernale dei cannoni prussiani ormai quasi in prima linea. I Federali non demordono. Il reggimento Baden ispirato (o sfidato) dalle cavallerie prussiane le emula e vittoriosamente blocca l’avanzata prussiana. Troppe perdite e nessuna riserva. I Prussiani non vanno molto oltre, anche se dei Federali non rimane molto salvo qualche battaglione austriaco rinserrato negli abitati. Ma qui suona la campanella dell’arbitro.

Suona anche per il fronte bavarese. Benché il nemico sia in pieno ripiegamento il dodicesimo turno è scaduto.

Cala il sipario.

Incontri egei – il primo SCE.M.O.!

Il CD del Miles, nella sua infinita saggezza, ha decretato l’istituzione di un premio per il miglior Scenario del Mese Originale – il premio SCE.M.O.! Lo vincerà il battle report che, sulla nostra pagina FB, raccoglierà più like et similia in un determinato mese.

Il vincitore guadagnerà gloria imperitura grazie alla pubblicazione in questo blog e su tutti i social media dell’associazione. Il primo vincitore del premio SCE.M.O è… il socio Valerio!! (applausi scroscianti, donne che urlano). Ecco di seguito il report e, un pò dappertutto sul sito, le immagini.

19 luglio 1940. Dopo un viaggio di due giorni la Seconda Divisione Incrociatori, costituita dal Garibaldi e dall’Eugenio di Savoia e comandata dall’ammiraglio Ratamullo, è quasi arrivata alla sua destinazione, la base di Portolago nelle Sporadi. La 2nd Destroyer Flottilla brittannica, costituita dai CT Hasty, Havock, Kipling e Juno e comandata dall’ammiraglio Littlepigeons, è impegnata in attività antisommergibile in quelle stesse acque.

Il Garibaldi in navigazione

Alle 10:15 del mattino, Ratamullo e Littlepigeons si avvistano reciprocamente ad una distanza di circa 1.6 km. I due incrociatori aprono il fuoco e accelerano subito per stringere la distanza: Ratamullo intende ingaggiare il nemico a meno di 14 km. L’Eugenio affianca il Garibaldi per scoprire le proprie torri di prua. La 2nd Flottilla, sorprendentemente, accetta il combattimento: i 4 CT si dispongono in linea scaglionata e fanno anch’essi fuoco. La fortuna non sorride agli audaci!

HMS Kipling

Alle 10: 21 Kipling ha già un grave incendio a bordo e Havock, colpito alla sala macchine, è fermo in acqua – riuscirà però a ripartire nel giro di pochi minuti. Alle 10:24 la formazione britannica inverte la rotta per allargare la distanza dal nemico, protetta da una cortina di fumo emessa dal CT Hasty.

La 2nd Destroyer Flottilla si sgancia

Per i successivi 10 minuti i CT tentano di rimanere nascosti dietro lo schermo del fumo, mentre gli incrociatori manovrano per aprire una linea di tiro. Il CT Kipling riesce finalmente a domare l’incendio, ma deve necessariamente rallentare.

Alle 10:37 si odono cannonate all’orizzonte. E’ finalmente arrivato l’incrociatore HMAS Sidney, accompagnato dal caccia Jaguar, che incrociava nel golfo di Atene a circa 40 miglia nautiche e che aveva ricevuto le chiamate d’aiuto disperate della 2nd Destroyer Flottilla.

HMAS Sidney

Un colpo del Sidney raggiunge subito l’Eugenio e lo costringe a rallentare. Jaguar, irrispettosamente, mette a segno un colpo sul Garibaldi, ma il grosso incrociatore non subisce danni.

Alle 10:40 Garibaldi e Sidney duellano e si colpiscono a vicenda: il primo vede distrutto uno dei suo complessi binati da 100/47, mentre il secondo ha danneggiati i tubi lanciasiluri. Mentre i giganti combattono la 2nd Flottilla, imbaldanzita dall’arrivo dei rinforzi, esegue una manovra ad un tempo e riporta la prua verso il nemico: intendono attaccare con i siluri?

La 2nd Destroyer Flottilla torna all’attacco

L’Eugenio, senza sapere ne’ leggere ne’ scrivere, la prende sotto tiro e mette due colpi a segno sul CT Juno, che perde la torre di prua e comincia ad imbarcare pesantemente acqua. I CT della Flottilla sono severamente danneggiati ma miracolosamente nessuno è fuori combattimento, e proseguono la manovra offensiva.

Alle 10:45 la vendetta britannica: Eugenio di Savoia è colpito dal fuoco concentrato del Sidney e del Jaguar. Il colpo del CT si limita a distruggere il proiettore dell’incrociatore italiano, ma il cannone da 6” del Sidney provoca un ulteriore allagamento dello scafo: l’Eugenio è ormai ridotto ad una velocità massima di 26 nodi.

L’Eugenio di Savoia

Sono ancora sufficienti al combattimento, ma l’ammiraglio Ratamullo sa che un ulteriore rallentamento, con il Garibaldi impegnato dal Sidney ed una divisione di CT nemici pronta all’attacco col siluro, potrebbe portare alla perdita dell’unità. L’ammiraglio decide quindi di interrompere il combattimento e, stesa una fitta cortina di fumo, si disimpegna. La Royal Navy rimane ancora una volta padrona del mare, ma la 2nd Destroyer Flottilla avrà bisogno di parecchie riparazioni!

Giornata dei soci Miles

Domenica 22 maggio abbiamo celebrato la riapertura ufficiale della nostra sede dopo la pandemia. Non che l’attività si fosse fermata, a parte durante il lock-down, ma certamente è stato un periodo difficile per tutti, che comunque speriamo sia finalmente alle spalle; questa è stata l’occasione di rivedere vecchi amici dopo lungo tempo e di ritrovare un affiatamento in un clima di nuovo entusiasmo.Naturalmente non tutti sono potuti intervenire, ma contiamo comunque siano presenti alle prossime iniziative.

La cosa più importante è che ci siamo divertiti, serenamente, a giocare scenari anche inusuali, come il combattimento aereo BURKINA FASO – MALI o come lo sbarco di IIGM coi marines che attaccavano i bunker giapponesi con i lanciafiamme… e gli attacchi suicidi giapponesi contro gli Sherman… senza parlare del napoleonico di Mauro con tanto di corvetta inglese al largo che bombardava la costa! Menzione d’onore merita una scontro tra Inglesi medioevali e Aztechi, potere di l’Art de la guerre 😀😀Ovviamente qualsiasi attività bellica è stata interrotta dall’arrivo del rancio, che comunque non ha resistito all’attacco coordinato dei soci. In questa attività parallela di eliminazione delle forze nemiche merita una segnalazione il socio RATMAUL che, sprezzante del pericolo di ingrassare e con il massimo ardore, si è gettato fin sull’ultimo pezzo di pizza affinchè non si potesse dire che era avanzato qualcosa! Tutti comunque si sono distinti in questa classica attività da cui nessuno si è esentato. Il brindisi finale ha riunito i nostri spiriti pugnaci.

Ora rinvigoriti dalla positiva esperienza ci potremo dedicare al nostro hobby preferito con rinnovate energie. Con il CD stiamo valutando nuove iniziative che a breve saranno comunicate. Intanto stiamo già scegliendo una data per la prossima riunione che verrà tenuta dopo l’estate. Bisogna trovare una data in periodo ancora di bella stagione, che non interferisca con altre manifestazioni simili; si tratterà di un OPEN DAY aperto alla partecipazione/presenza anche di persone esterne al Miles. Ancora grazie a tutti, con una menzione speciale a Luca Onesti (immolatosi alla distribuzione delle razioni), Massimiliano (per il trasporto delle stesse) e a tutti gli organizzatori di tavoli. Visitate la nostra pagina FB per una bella carrellata di foto: qui solo un breve video con il pistolotto benaugurale di El Presidente Supremo Riccardo Camicia.

Lindenau 1813

Mentre infuria la battaglia a nord e a sud di Lipsia, a ovest del campo principale di battaglia si svolge uno scontro meno cruento, ma altrettanto importante: Napoleone ha inviato il IV° corpo di Bertrand a Lindenau per occupare il ponte sul fiume Saale, nell’eventualità di una ritirata in quella direzione. Dietro Bertrand si trovano due divisione della Giovane Guardia. Gli alleati Austro-Russi agli ordini di Giulay hanno il compito di chiudere il cerchio intorno all’armata francese e quindi devono avanzare in direzione di Lindenau. Visitate la pagina FB per molte più foto dell’epico scontro!

I PIANI

Il IV° corpo francese deve difendere un settore a ovest di Lindenau, dominato da due colline, in attesa della Giovane Guardia che attaccherà da nord a sud, cercando di tagliare la via di ritirata degli Austro-Russi.Giulay schiera il piccolo corpo russo alla sua sinistra, per appoggiare l’attacco principale austriaco volto a raggiungere la strada che porta a Lindenau.

SVOLGIMENTO

Gli Austriaci prendono velocemente la prima collina, ma prima di soccombere la guarnigione francese vende cara la pelle infliggendo diverse perdite alle colonne austriache.

Mentre gli Austriaci si accingono a riprendere la marcia in direzione nord quasi incontranstati, Giulay concerta con Gorchakov un attacco congiunto alla seconda collina, vista la supremazia in cavalleria e artiglieria.

Come l’attacco si mette in moto, ecco uscire da Lindenau i Francesi della Giovane Guardia, che procedono verso sud con un imponente parco di artiglieria e minacciano gli Austriaci e la linea di ritirata alleata.

Giulay, senza informare gli alleati Russi, sposta tutte le sue forze all’ala destra e ai Russi non resta che continuare una solitaria avanzata, nel rispetto dell’ordine ricevuto. Avvengono varie mischie tra la cavalleria leggera russa e quella francese, che è meno numerosa, ma più pesante grazie a un’unità di Corazzieri. Alla fine rimane solo un reggimento di cavalleria per parte, ma i fanti russi riescono a prendere la collina e minacciano di aggirare il centro francese.

Dall’altra parte del campo di battaglia, gli Austriaci sfruttano bene la poca cavalleria al loro seguito e dopo lotta accanita eliminano diverse unità francesi, costringendo la Giovane Guardia a ritirarsi in Lindenau, dove una debole, ma agguerrita guarnigione è intonsa.

I Francesi hanno subito più perdite e non sono riusciti a sfondare. Gli Austro-Russi sono riusciti a chiudere l’anello intorno al campo di battaglia di Lipsia, ma Lindenau, col suo prezioso ponte, è ancora in mano francese.

Molinella o Riccardina 1467 – Megabattaglia tra Condottieri


Regolamento: By the sword decided
miniature 15mm: Essex e Mirliton

Nella battaglia storica si affrontarono i Condottieri più noti dell’epoca: da una parte gli alleati di Bartolomeo Coglione (nell’800 il cognome fu trasformato in Colleoni) e dall’altra parte una Lega Italica formata da Firenze, Napoli e Milano, guidata da Federico da Montefeltro duca di Urbino.

– Colleoneschi: Zack Hardy (che è de Scurcola Marsicana, ma ha scelto sto nome perché dice de esse il nipote de Hakwood) = Colleoni – Federico de Borgo = Costanzo Sforza + Pino Ordelaffi di Forlì – Canario del Tuscolo e dell’Agro a meridione dell’Urbe Eterna = Ercole d’Este.
– Collegati: Andrea de Leurre = Donato dal Corte + Sanseverino – il Citolo Lanzasei Diego dal Pontelongo = Federico da Montefeltro – Mauro di Guidonia Signore de Susci e della città de Sascimi = Alfonso d’Aragona.
– Arbitra Leo l’ingiusto detto l’Iniquo.

Nel nostro scenario entrambi i giocatori decidono di esercitare lo sforzo maggiore sul lato destro, impegnando anche le Riserve, mentre l’ala sinistra deve avanzare di poco. Federico da Montefeltro guida i suoi uomini con pugno di ferro e il piano si realizza, ma l’irruenza di Ercole d’Este, detto “ercolino sempre in piedi” perchè con la sua scorta resisterà a vari attacchi delle cavallerie nemiche, porterà l’ala sinistra dei Colleonesi proprio in bocca al nemico, trascinando anche il centro tenuto da Costanzo Sforza. I Napoletani di Alfonso d’Aragona terranno diligentemente l’ala sinistra dei Collegati e non gli resterà che inseguire un demoralizzato Colleoni, che dall’ala destra non potrà che essere spettatore passivo della disfatta del proprio esercito. Vittoria sostanziale dei Collegati per 32 a 17.

La sconfitta dei Colleonesi è narrata in questa cronaca dell’epoca:
Sia prestamente eretto, in perenne memoria delle gesta sconsiderate ma grandemente eroiche di ieri, monumento equestre del Canario del Tuscolo e dell’Agro a meridione dell’Urbe Eterna. Ciò sia fatto anche a memento della gran strage menata a danno delle proprie schiere e della sua stessa famiglia più stretta. Mai sul campo manifestossi cotal ardore e tal personale vittoria nel cimento che portò a total ruina della propria fazione.
Giunge da Firenze l’arguto sonetto: Coglioni il chiamorno ma da sua taciturna mole egli invero’ di fama e talento ognuno de’ suoi di talche’ andorno a triste fine. Parimente di speme armo’ il calabro amico di cui si fece scudo. Ei dell’affranto sodale e dell’inimico parimente fece beffe e senza metter mezzo alla magione intatto tornossi. Dicevasi Coglioni ma tutti cogliono’.